lunedì 25 giugno 2007

Avevo 16 anni

Con quali occhi mi guardi?
Vedi me, o ciò che più desideri?
Con quali orecchie mi ascolti?
Vorresti mai smettere di sentirmi?
Con quali mani mi tocchi?
Un gesto qualunque, o speri di poter accarezzare tutto il mio corpo?
Come mi pensi?
Illumini il mio viso?Senti il mio odore pungere?Il mio calore ti annebbia?

~

E' stato venerdì L; . Tre giorni fa avevo 16 anni.
Come mi è successo spesso, conosco ragazzi in chat. Per lo più la conoscenza rimane ferma a quel livello: virtuale. Conoscenze che durano anche molto, molo tempo. Senza mai essersi visti di persona. Gente con cui mi fa piacere parlare ogni tanto, perchè simpatica, dai buoni consigli, e disponibile. Gente che cerca la tua stessa cosa: qualcuno con cui chiacchierare per passare del tempo.
Da quando sono arrivato in questa città, non ho stretto rapporti nuovi concreti. Sento che la gente è diversa da casa mia. Diciamo che... molti "se la tirano". E persone così, preferisco evitarle.
Fra tutta questa virtualità, circa 3 mesi fa sono(non ricordo come)venuto in contatto con un ragazzo che vive vicino a dove ora sto. Saran 4 o 5 Km da me. Come sempre si è iniziato chattando: fra cazzate varie, domande per conoscersi, foto, il nostro passato, riflessioni profonde, i nostri gusti...ecc ecc.
Mia stessa età, abbastanza cose in comune e passioni. L'unica sostanziale differenza è che non ha mai avuto esperienze con altri ragazzi.
Un mesetto fa siamo usciti per la prima volta. Chiacchierato camminando per kilometri attorno al centro città! Poi altre volte lui è venuto da me. Ma non è mai successo niente di niente.
E' praticamente come il mio ex(non oggettivamente): uno che se lo vedessi per strada non lo cagherei di striscio perchè non il mio tipo; ma se imparassi a conoscerlo, e ad amarlo, diventerebbe bellissimo ai miei occhi.

---> L'Amore ti pone un filtro. Altera le percezioni --->

In queste ultime volte che ci siamo visti, ho avuto la strana sensazione che lui fosse agitato dalla mia presenza. E sentivo che poteva essere perchè si stava un pò incottando di me. Era proprio una sensazione netta, distinta. Non mi era mai capitato prima di essere così certo di un sentore a pelle.
E da questo momento è scattata la spia d'allarme in me.
Mi viene spontaneo pensare e riflettere su di lui ogni tanto. La cosa che più mi confonde è che non capisco con quale sentimento lo faccio.

{
Penso con paura a lui? Temo forse di affezionarmici o che possa piacermi?
E' un ritorno alla semplicità del passato, alle vecchie vere emozioni. Potrà darmi qualcosa che non provo da tanto tempo?
Sono felice di averlo nei miei pensieri?
Ma sono sicuro di volere ciò?
Forse è tutta un'illusione.

Mi piace, non mi piace: non può semplicemente essermi indifferente!?
}

E' un ragazzo gentile, simpatico. Assolutamente comune. Non ha la minima pervenza di gay.
Su consiglio, avrei dovuto ricorrere al metodo "collaudato" per capire se provo qualcosa per lui: baciarlo. Stop; niente di più. Le emozioni di un bacio possono rivelarti molte cose. Devi solo ascoltarlo. Il mio primo bacio è stato una di quelle cose che penso non scorderò mai. Un tuono.
Ad ogni modo... Data la mia risaputa timidezza, anche con un ragazzo che timido e impacciato lo è più di me, non riesco a lanciarmi con la prima mossa. Mi blocco. Ma dovevo sfruttare l'occasione. Gli ho chiesto di venire a ballare con me e i miei amici venerdì ad una disco. Lui ha accettato contento. Non ha compagnie gay e forse gli ha fatto piacere conoscere altra gente.
Un pò mi "vergogno" (più che vergogna, che non ne ho, è rispetto di una morale di comportamento; che ho!)ma, ho bevuto fino a ubriacarmi e ho spinto lui a fare lo stesso. E' successo. Ci hanno lasciati in auto a casa mia. Non capivamo tanto e gli ho detto: "Dubito ci sia un autobus a quest'ora, secondo me è meglio se sali...". Non se l'è fatto ripetere.
I miei ricordi sono ora abbastanza sfocati, ma dapprima eravam seduti alla scrivania e io ogni tanto mi accasciavo al tavolo. Lui mi tirava su chiedendomi di continuo se stavo bene. Ho appoggiato la mia testa alla sua spalla mentre sospiravo per la mia stanchezza. Gli ho detto: "Non so te...ma io ora mi metto nel letto che mi gira un pò". Mi ha seguito. Mentre sono appoggiato al suo petto mi afferma l'evidenza della sua impacciataggine, che si vergogna un pò perchè non ha mai baciato un ragazzo. Io sorrido; trovo dolce la sua "ingenuità". Lo guardo negli occhi, mi avvicino e lo bacio. A parte i suoi denti che ogni tanto metteva in mezzo, non ho sentito nient'altro. Intendo che non l'ho ascoltato: non ho ascoltato il bacio. Non l'ho seguito. Se però l'ho ascoltato, significa che non mi ha trasmesso niente. Muto. E ora non so cosa pensare.
Davvero, mi sento la mente vuota. Incapace di formulare un ragionamento che mi porti a comprendere ed analizzare la situazione.

Abbiam passato la notte assieme, senza chiudere occhio. Baciandoci e parlando. Niente di più.
Stranamente, le conseguenze della sbronza mi sono arrivate verso le 8 di mattina. In cui ho cominciato a nn stare proprio benissimo. Lui ha capito ed è tornato a casa.

Anche se non so niente di quello che potrebbe succedere, mi sento contento della notte passata con lui.

Quei semplici gesti, e le ingenue parole. Avevo 16 anni.

mercoledì 13 giugno 2007

Esame

Ricordo l'esame di maturità. I mesi, giorni prima. Non ho mai detto o pensato:
"Non voglio farlo! Merda, se potessi non farlo. Ma perchèèèè!?!?"

Sapevo che era inevitabile. Appena capito che sarei stato promosso, mi son messo in testa che era una cosa da fare. E quando sarebbe finita avrei sospirato e sorriso per la paura ed estrema tensione dei giorni precedenti. Si perchè la paura l'avevo eccome!
"E se mi chiedono quella cosa? Oh merda si, sento che mi chiederà proprio quella! Ma io non la capisco come cacchio faccio a farla! E se mi emoziono e vado in panico?! Se non mi si apre la bocca!? Sono nella cacca... poi mi metterò a fare il mio solito sorriso della serie "sorrido perchè non ho niente da dire"... "

Come si dice... la vita è un continuo esame!
Ed ecco che l'esame di maturità mi si ripresenta in tutte le sue forme nella vita "quotidiana".
Sto parlando del sesso [che nel mio caso quotidiano non lo è proprio per niente; direi più saltuario].
Mi rapporto al sesso esattamente come se dovessi fare un esame in cui dimostro le mie conoscenze e capacità.
~ ~
Situazione tipica
Conosco uno stragnocco in chat che non so come, riesce a convincermi a "vedere un film" a casa sua.

Dal momento in cui sono conscio di quello che succederà, fino al momento in cui sarò fisicamente con lui, ci penso ogni secondo della giornata(siano anche 2/3 giorni che ci separano!). Mi agito. Ho bisogno di sentirmi pronto, perfetto. Di modo che tutto fili liscio e senza complicazioni. Mangio poco per sentirmi leggero (sentirmi pesante mi rende estremamente nervoso!). Ho dei ripensamenti sul mio accettato invito, poi mi obbligo a farmi forza. E soprattutto mi affollo la testa di se e ma!
~ ~
Ti sembra normale L. ? Che uno si comporti così difronte ad un esame piacevole come il sesso?...
Si perchè a me piace, a differenza dell'idea che posso darti. Eccome! Anzi spesso vado in depressione quando è un bel pò che non vado a letto con qualcuno!
Mi pongo le stesse domande ogni volta, le stesse che mi son fatto per giorni prima dell'esame. Forse perchè ci trovo molte similitudini.
  1. Prima gli esami scritti, 3 diversi e con durata di tempo differente... In simil i preliminari: baci, tocchi, lecchi, succhi, parli. C'è chi lo fa meglio e chi peggio. Chi riesce meglio in "una materia" piuttosto che un altra. (Ho sempre pensato che il saper parlare e toccare il corpo dell'altro nel modo giusto siano le qualità più importanti).
  2. Poi gli orali... Si passa all'atto consistente del rapporto. Fatti gli scritti nel modo corretto è una passeggiata. Ti sei portato ad un punteggio abbastanza alto per poter considerare il rapporto "soddisfacente". Certo, se scazzi totalmente agli orali, l'esaminatore te la fa la faccia storta e nessuno rimane positivamente impressionato: il tuo punteggio potrebbe calare. Se invece fai bene pure questi ottimo: magari ti danno anche la lode!
Se non con il mio ex, con il quale fare sesso era la cosa più spensierata del mondo, con tutti gli altri è così. Alla fin fine, quando lui lo cava fuori e tutti e due siam venuti; la prima cosa che penso è: "E' finita!". Ne sono felice. Ma il giorno dopo ne voglio ancora. Però il fatto di vedere il sesso in questo modo mi disturba. Mi preoccupa. Ma solo a livello superficiale: mi limito a considerare il mio approccio come problema. Constato il fatto e stop.
Non ho idea di come le altre persone si rapportino al sesso. Ma ho la certezza che molti di quelli che vogliono dare l'idea di "scopaioli incalliti" in realtà hanno qualche pensiero che li tormenta e affligge. E quelli che invece lo sono realmente fino all'osso è perchè si sono "costretti" ad esserlo.
E' troppo complicata e sfaccettata la mentalità gay. E anche se ne faccio parte da 10 anni buoni, non l'ho mai capita.

Tutt'ora non riesco a capire la metà di me stesso.

lunedì 11 giugno 2007

Male, male, la salute butta male!

In primis, è il caso di precisare che l'effetto "febbrEccitato" quando si arriva alla temperatura corporea di 40°C svanisce totalmente. Forse ti scordi di avercelo anche un pene.
Due giorni infernali: giovedì mattina mi son svegliato con 40° di febbre! Pensavo di stare sognando. Ho optato per il correre a casa col primo mezzo e farmi visitare. La situazione alla sera è peggiorata con 41° di febbre e frasi deliranti davanti ai miei genitori che si disperavano. Faticavo a respirare, a tenere occhi aperti e a restare cosciente. Mi sa che per un minuto ho anche perso i sensi! Ma la cosa più bella è stata: io in lacrime che chiedo a mia mamma:"Ma perchè mi ammalo sempre iooo!?!". Lei toglie la benda fredda dalla mia testa e si alza in piedi rigida:
"Luca! Frequenti gente promiscua, luoghi sudici e sporchi, fai uso di cose che neanche voglio immaginare, giri mezzo nudo in inverno.... e mi vieni a chiedere perchè cazzo sei sempre malato!?!?".

Venerdì stavo meglio; sabato quasi OK. Domenica ottimo e oggi stanco... eheh.

mercoledì 6 giugno 2007

febbrEccitato

L. è la fine...
il weekend si prospettava mitico fino a ieri: venerdì mega festa sbronzante a più non posso. Sabato sera apertura estiva di una disco a Rimini. Domenica cazzeggio pomeridiano con gli amici.
Domenica mattina scorsa invece ( il 3 giugno) mi son svegliato con un leggero mal di gola. Niente di allarmante ho pensato. Oggi il dolore è quadruplicato; ed io son qui al lavoro con altissime probabilità che dentro di me stia covando un'influenza!! Cazzo merda! Poi mi conosci, io di medicinali ci capisco poco niente: solo ieri ho scoperto che mi serve un antinfiammatorio. Allora via in farmacia a chiedere un OKI, per cui servirebbe ricetta medica. Che ovviamente io non ho avendo il medico di famiglia giù a casa! Allora mi presento la e gli dico che l'altra volta il medico mi aveva detto di prendere quello. Alla fine riesco a convincerla mostrandomi molto dolorante... In realtà non avevo idea dell'esistenza di sto OKI. Alla sera è riuscito a farmi stare un pochino meglio e anche ora(dato che l'ho preso 3 ore fa). Ma ora mi sa che ho anche la febbre! E guarda un pò, nella mia attrezzatissima casa di fortuna, manca un fottuto termometro! Insomma sono in panico e non posso neanche prendermi giorni dal lavoro.
A me la malattia però fa un effetto strano. Non mi sento stanco e con la voglia di fare niente. Anzi a volte è capitato che avessi 40 di febbre e camminavo per casa sereno e tranquillo, senza delirare come fanno molti. E la cosa più strana è che mi rende involontariamente eccitato! Non riesco a farci niente! ... Vedo una forma che possa vagamente assomigliare ad un pene e via associazioni di idee a catena

pene -> sesso -> scopo -> penetrare -> su/giu -> spingi -> ansima -> graffia -> ecc, ecc...

La cosa triste è che non posso neanche soddisfare certe cose. Ancor più triste è che sia nello stato da malato e non in quello sano, che sta eccitazione mi venga a comando. Di solito mi ci vuole un attimino in più...
Sogni strani mi raggiungono nel sonno. Le mie ansie si materializzano in strane forme nei miei occhi chiusi. Sarò originale ma, una delle mie più profonde preoccupazioni, uno di quei fatti che quando li senti al telegiornale ti viene veramente una sensazione di tristezza e disagio, è il surriscaldamento globale e tutti i suoi effetti sull'ambiente. Si, quando sento al TG di gente che si ammazza per motivi inesistenti e completamente stupidi, o cambio canale, o seguo pensando:
"Certo che la gente è proprio strana: spendere capitali per fare una guerra in nome di cosa? Costruire l'atomica o uno scudo spaziale per proteggerci da cosa?
- Non da "cosa", ma da chi? -
Da noi stessi cazzo! Vogliamo proteggerci da esseri identici a noi, capaci di parlare e costruire cose fantastiche, e che sperano tutti(quasi tutti)nella pace nel mondo. Tutti la vorrebbero ma nessuno la fa."
"Oppure quando sento di vicini di casa che si ammazzano perchè fanno troppo rumore. A quest'ora io e miei coinquilini saremmo già morti".
Invece la Terra, come può reagire? In nessun modo. Per reagire reagisce vè: tant'è che siamo a giugno, fuori diluvia e io dormo col piumone! Ma sarà roba!?
E' di proteggersi e tutelarsi che non può. Oltre ad ucciderci fra noi, uccidiamo lei. E lei che fa? Prima o poi ucciderà noi.
I miei sogni rappresentano scenari da film horror o catastrofici tipo "Deep Impact". Le informazioni e notizie che leggo durante il giorno riguardanti questo tema, me le ritrovo di notte materializzate. Leggo di giorno che con il progressivo riscaldamento delle acque oceaniche, nuovo specie mai scoperte degli abissi più profondi, son salite più in alto e son state scoperte. Esseri mostruosi che ai miei occhi assomigliano a ragni giganti o rettili schifosi. E così cosa succede? Sogno di essere in vacanza al mare e che ragni marini giganteschi balzando dall'acqua a tre a tre con voli di 10 metri... Avanzano e mangiano i bagnanti. Staccano loro la testa venendo fuori dallo scolo del water! Ecc, ecc...
Si è vero: anche da sano i miei sogni non son tanto più normali. Ma di solito mi limito a volare o cadere in ambientazioni circa normali.
M'ha; devo curarmi al più presto.

lunedì 4 giugno 2007

Un ritorno s / gradito

Ciao L;
è da un pò che non ti scrivo. In questi giorni la mia testa è occupata da mille pensieri diversi. Potrei dire che sono successe tante cose, ma alla fine non è vero.
Mi sto rendendo conto che nella mia vita prima o poi tutto ritorna. Errori e persone del passato, riemergono. Certe situazioni ormai sgretolatesi, si ricostruiscono. Ho paura. Paura perchè, come molto si ripresenta ciclicamente, non voglio che mie vecchie sensazioni mi occupino la mente. Specialmente la deprimente sensazione del dolore mentale, e dell'emarginazione.

Tutto torna...
  1. Il ritorno numero "Uno" è stato ieri sera. Poco conto [..forse..]. E' successo prima che cominciassi a scriverti L. . Però te ne parlai a voce. L'ingegnere: figura di 15 anni più grande di me del periodo prenatalizio 2006. Mi ero da poco trasferito in questa città, ed era la prima cosa buona mi capitasse dopo un paio di mesi spesi nell'adattarmi alla nuova realtà. Mi piaceva. Era dolce e si, troppo buono. Poi sai, la prassi vuole che la gente vicino a me piombi in uno stato di confusione mentale; indecisioni esistenziali; e finale esiliazione spirituale. Così tanti saluti all'ingegnere. Ci stetti male non poco. Mi chiedevo come una persona così grande e (teoricamente) matura potesse avere sti squilibri mentali immotivati. Andò come andò. Per un pò continuò a dirmi che gli dispiaceva, che avremmo dovuto rivederci, che prima o poi mi avrebbe invitato a bere qualcosa ecc... Non accadde mai. Ieri sera siamo usciti assieme. Saran passati quanti?.. 4/5 mesi forse dall'ultima volta che l'ho visto. E' sempre bello come allora.
    {
    Siam andati al cinema a vedere un film a dir poco orrido: "Zodiac".
    Circa due ore e mezza di dialoghi su ipotesi di assassini con mille nomi di
    personaggi che non ci si sta dietro. Alla fine avevo perso sensibilità al sedere.
    Fortuna ho avuto un weekend riposante senò mi sarei addormentato dopo la prima ora.
    }
    Abbiam molto chiacchierato del più e del meno ma è stata una serata piacevole. Riesce sempre a farmi ridere e ciò mi fa felice. Ha un modo di fare e parlare suadente e affascinante. Ma al momento dei saluti, la lingua in bocca non me la son fatta infilare: "Mmm.. Sai, non mi sembra molto il caso... " ho detto. Senza disappunto, m'ha nuovamente rilanciato un improbabile invito a casa sua per una cena o roba simile. Ma son già tranquillo non ci sarà mai.

  2. Avevo 11 anni. Prima media. Classe con 6 maschi e circa 16 femmine. Di chi potevo essere subito amico se non delle due più strambe!? Dopo 10 anni sono ancora le mie migliori amiche. Ma alla soglia dei 16 anni le loro strade, che sin dalle elementari si erano incrociate, si son divise. Stessa classe di liceo, ma smisero di parlarsi. Un litigio furioso per motivi che ora non ricordo neanche più chiaramente le mise l'una contro l'altra. Fu un dramma per me. Imparai a destreggiarmi fra inviti fatti all'una all'insaputa dell'altra, e cose simili. Non potevano trovarsi assieme nella stessa stanza. 5 anni son passati. E circa 3/4 mesi fa, hanno ricominciato a parlarsi. Il tempo ha cancellato ogni astio fra loro e rivederle riabbracciarsi e scusarsi reciprocamente m'ha fatto scendere una lacrima. Lo ricordo come fosse un ora fa.
    Ora però stanno tornando sensazioni vecchie, adolescenziali. Forme di gelosia non amorosa. Ma puramente possessiva. Capitava, negli anni passati, che loro a volte si vedessero senza dirmi niente. Non perchè non mi volessero, ma semplicemente volevano stare un pò loro due sole. Io impazzivo quando poi lo sapevo: mi sentivo escluso, con la paura di perdere le due persone a cui volevo più bene al mondo(esclusa la famiglia ovvio). Di rimanere senza amici e finire col suicidarmi di solitudine... [la magia dei castelli in aria]. Sta di fatto che son riuscito a superare questa "tremenda turba adolescenziale" sano e salvo, ehehe!
    Ma ora ho di nuovo paura. Loro due sono unite forse più di allora. L'essere state separate per anni ed essere cresciute abbracciando stili di vita totalmente diversi forse ora le avvicina ancora di più: l'una alla scoperta di ciò che l'altra è diventata.
    "Sentiranno meno il peso della mia lontananza ora che non abitiamo più tutti e tre nel raggio di un paio di kilometri? Mi rimpiazzeranno con un nuovo amico? La loro riscoperta amicizia potrà tranquillamente fare a meno dell'elemento utile a formare il vecchio trio?"
    Di ciò ho paura. 10 anni le conosco. Ma non riesco a parlare loro di questa cosa. Perchè sicuramente non mi direbbero se fosse vero: "Si Luca, ora possiamo anche fare a meno di te. Ci divertiamo ugualmente, anzi anche di più, pure quando tu non ci sei!". Cercherebbero di rassicurarmi e basta. Ma poi io mi sentirei comunque emarginato. Non vorrei mai sostituirle con nessuno, ma riconosco che il farmi nuovi amici per me è sorprendentemente difficile; anche se lo vorrei tanto. Sono abbastanza schivo e timido, e ciò mi preclude ogni approccio. A volte penso che siano le mie inconsce manie di protagonismo ed egocentrismo a farmi scattare ste paure. Ma riflettendoci non è vero. Ho solo paura.

  3. L'emarginazione auto inflitta è terribile. Può essere causata da molte cose penso. Ti obbliga a stare solo, a schivare gli sguardi e parlare il meno possibile anche con gli amici più cari. Ti deprime, ti fa piangere. E ti pone il dubbio: "Vale la pena vivere così? Rimarrò solo per sempre. A parte la mia famiglia, nessuno riuscirà ad amarmi per come sono dentro".
    L'adolescenza: periodo magico e insieme, per alcuni, arduo. Una prova di sopravvivenza quasi. Certo, quando stai passando un brutto periodo ti dici sempre che "nessun altro capisce cosa sto passando!"; e pensi che peggior problema al tuo non esista.
    Io, come capita a molti bambini che crescono, sono passato per il periodo "oddio santo la mia acne mi sta distruggendo!". ["oddio santo", solo perchè a 13 anni anni ancora mi era proibito dire parolaccie!] Ero bagattato, deturpato, sfigurato, devastato. Un campo di battaglia. Inguardabile. Io stesso facevo fatica a guardarmi. Molto spesso alla mattina per lavarmi il viso, andavo nel bagno in cui non c'era lo specchio. Non volevo vedermi. Speravo che andando a scuola inconscio del mio stato sarei riuscito a guardare in faccia compagni e professori. Piangevo spesso e volevo stare solo. Non riuscivo in nessun modo a mandarla via. Questo strazio è durato 4 anni mi sembra. Verso i 19 anni ero completamente "pulito", nuovo e rinato. Anche nella mia testa. Mi guardavo allo specchio sorridendo felice di me e della mia nuova pelle. L'immagine di me con quelle cose in faccia non c'era più.
    Ma il ricordo del dolore si. Quello all'occorrenza, lo ricordo perfettamente. Ogni dettaglio e spigolatura tagliente di quel pesante supplizio, che mi alienava da tutto ciò che mi serviva a sorridere ed essere solare come di mia natura; è vivo. Solo assopito è stato in questi ultimi anni.
    Ora, un mio familiare sta male. Qualcosa che ancora si deve capire cosa cazzo sia, lo sta assalendo, costringendolo a bendarsi le parti nude del corpo per la vergogna. Quando ho visto quella cosa sono rimasto disgustato. Gli ho fatto il verso con la vocina; la frase TOP della mia adolescenza in ambiente domestico: "Ma Luca, conta quello che hai dentro, non come sei fuori. E le persone che non lo capiscono devi evitarle!". Ha colto ovvio il lato "ironico" della cosa. L'ho detto mentre strimpellavo la chitarra, con lo sguardo basso sulle corde per non far vedere gli occhi lucidi che mi erano venuti. Avrei voluto piangere, perchè dolore ancora più grande di quello che per 4 anni ho passato, sarebbe che lo stesso dolore lo provasse una persona che amo. E quello spigolo nel tempo smussatosi, m'ha sbattuto in testa più affilato che mai.
    Non voglio che vada in giro a testa bassa, allontanandosi dagli amici o inventando qualche scusa per non vedersi con gli amici in tutte le sue strambe attività creative. Non riuscire neanche più a incazzarsi con qualcuno che ti frega il parcheggio perchè la lite non sussisterebbe: l'altro per la pena si scuserebbe e andrebbe altrove.
    Io poi, dopo quello che ho passato, ho la repulsione per tutto ciò che deturpa la bellezza di una pelle bianca e liscia. Ma stupendomi di me stesso, ho aiutato questa persona a fasciarsi, senza provare alcuna senso di ritrarmi.

  4. Posso ormai dire che il mio storico Ex, è tornato nella mia vita. Dire sottoforma di "amico" sarebbe forse esagerato, ma la cosa più bella è che ora riesco a parlarci senza pensare che vorrei infilargli la lingua in bocca o possedere ancora in esclusiva quel corpo. Mi confesso a lui, come facevo quando stavamo assieme. Chiedo consigli, ridiamo e scherziamo. Penso di non amarlo più e, cosa più bella, forse non riuscirei neanche ad amarlo di nuovo. Può anche parlarmi dei problemi sentimentali con l'attuale suo ragazzo, che me l'ha portato via, senza che io abbia smanie omicide. Un ritorno gradito dunque. Ma in forma diversa.
Ciò che semino ora, deduco quindi mi ritornerà in futuro.

[Buono a sapersi]