domenica 22 novembre 2009

24+N1H1=giorno da dimenticare

Anche se ieri stranamente ero in vena di scrivere, ho preferito evitare per la paura di incappare in rivelazioni mentali deprimenti, scaturite dall’atto stesso del riflettere e pensare.
Fortunatamente Fastweb è benevola con me e Giacomo, regalandoci sempre più spesso periodi di visione gratuita di Sky e Mediaset Premium (quindi serieTV americane idiotissime a non finire, le solite puntate dei Simpson e film su film) che hanno riempito questi ultimi tre giorni di intensa tristezza. Ebbene si, soffocante tristezza.

Giovedì mattina mi alzo di buon umore, come ultimamente accade
spesso… inspiegabilmente.
Lavata di faccia, pillolina miracolosa, colazione con controllo mail e news (mi piace questo rito abitudinale che sto adottando). Poi caffè ma, da un pò, senza sigaretta annessa. Si, sto cercando di fumare di meno (non dico “smettere” perchè sarebbe non credibile il solo pensiero…). Lavaggio della dentatura, cremina per il viso e out. Scendo le scale e poi sotto la pensilina dell’autobus ad aspettare data la pioggia. Odio prendere l’autobus: intanto perchè non ho intenzione di pagare il biglietto per fare 2Km di strada, poi sembra di stare in un vagone di deportazione con tutta quella gente stipata in piedi che si spinge l’un con l’altra. Per non parlare poi degli stranieri porca troia! Premetto L., sai bene che non sono assolutamente razzista e non ho mai condannato le usanze culturali dei non italiani. Ma se in un luogo già scomodo e per me causa di insofferenza come l’autobus, stranieri si mettono a dialogare ad un livello sonoro oltre il limite della sopportazione, io strippo e pur di bagnarmi, scendo anche ad una fermata prima della mia! Odio la gente che parla urlando! Nella mia testa però vi era una distrazione: una serie di pensieri felici che mi estraniavano dalla massa urlante di passeggeri. Sabato sarebbe stato il mio compleanno!! E quest’anno ho preso positivamente il fatto di “invecchiare” senza darci troppo peso. Quindi mentre riepilogavo le persone che sarebbero prima venute a cena e poi mi avrebbero seguito alla serata trash in discoteca, pensavo a cosa poter cucinare per poter accontentare tutti (vegetariani e non). Poi domenica sarei andato con Anna ad una mega serata bolgiosissima. Insomma ero eccitatissimo per questo mio weekend.
Scendo dall’autobus e arrivo in accademia. ZAC! Una minchia di fitta mi stringe la testa. Mi fermo un attimo per riprendermi e, senza darci troppo peso, entro a lezione.
Anche se ci avessi dato peso non sarebbe servito a niente comunque. Infatti a metà pomeriggio ero agonizzante steso sul tavolo con un gran mal di testa e sensazione certa di febbre altissima.

Epilogo
Giovedì sera, con 39,5°C di febbre ho cominciato ad impazzire e
e piangere senza sosta davanti a Giacomo. Il pianto mi ha portato
al non riuscir a respirare, che mi ha portato ad un attacco di panico.
Così il tutto mi ha portato a farmi portare all’ospedale da Giacomo…

Il mio compleanno è andato. C’è chi cerca di consolarmi dicendo che è periodo di influenza ma a me, poco frega.
Sarò un bambino immaturo di 24 anni ma, gran parte del mio soffocante pianto di quella sera, era dovuto alla consapevolezza che non avrei festeggiato un emerito cazzo.
E forse per la prima volta in vita mia, ci tenevo davvero a festeggiare una tappa in più nel mio percorso. Soprattutto perchè sarei riuscito a stare in compagnia di tutte le persone a cui più tengo.

[ Silvia non mi ha fatto nessun augurio, è finita ]

[ P.S: L., è un post privo di pensieri
scritto dalla rabbia di chi
passa i suoi giorni di passaggio
seduto su un divano
pensando a coloro che vivono il loro tempo

venerdì 9 ottobre 2009

Un “perfetto” equilibrio

Un cambiamento così improvviso di abitudini non accadeva da sempre forse.
E’ stata istantanea la mia esternazione:

Giacomo io mi sono stancato!
Da quando stiamo in questa casa io sono tutte le sere qui con te, ma è come se fossimo in due posti diversi: tu fai i tuoi cazzi al computer e, di conseguenza, anch’io son costretto a passare il tempo cazzeggiando al pc senza obiettivi. Cosa che odio! Ormai non esco più e non ho più un cavolo di amico. Anche se sto con te mi sento solo.
[…deliri vari…]
Se non esco con gli amici è perché ho paura che non stando con te, tu possa annoiarti e stancarti di me; o pensare che non mi freghi di te; oppure trovarti qualcosa (o qualcuno!!) da fare (da farti) senza di me (non che io ci starei!). Insomma ti rendi conto che sono arrivato al timore ed evitare quindi di uscire con gli amici per paura di perderti!!?!?

Pronta è stata la sua reazione:

Non devi avere paura di niente di tutto ciò Luca! Io ti amo da morire, sei la mia vita.
[…bla bla bla…]
La mia felicità, è la tua felicità

Quest’ultima, è una di quelle tipiche frasi di cui, secondo me, uno prima o poi si pentirà di averla realmente detta. Ad ogni modo la sua semplice e breve risposta, unita al suo sguardo rassicurante, mi ha fatto scattare la molla dentro. Mi sono sentito improvvisamente sereno, leggero e rincuorato. Mesi di dubbi, paure a badilate sui piedi mosse da preconcetti e congetture si sono sciolti. E mai cosa è stata più definitiva! Tutto ciò è successo circa un mese fa e da allora esco continuamente. Anche con tutte quelle persone che per troppo ho trascurato.

Sono tornato ad essere il Luca di due anni fa unitamente all’avere un ragazzo fisso e, soprattutto, importante. Vabè, qualche piccola eccezione c’è: evito innanzitutto di tornare tutte le sere a casa strisciando in una pozza d’alcool, come succedeva prima. E poi bhè, di anno in anno maturo, imparo e mi responsabilizzo. Quindi… yeah!

La scorsa settimana è tornata LaTurca direttamente da Istanbul! Figura centrale del mio primo anno qua, è stata la mia istigatrice e conduttrice primaria verso una vita sregolata fatta di alcool, canne, sigarette, bong e chi più ne ha più ne metta.

~ si lo so… sono ahimè, mooolto influenzabile e malleabile ~

Un anno assieme in quella fatiscente casa color blu, meglio conosciuta come CasaMarconi. Per quanto mi abbia spinto alla parziale distruzione neuronale, le voglio un gran bene e la penso spesso da quando non è più in Italia. E assieme a lei, in quella casa, c’era anche la Cicci…che dopo tre anni è ancora oggi intenta a dare quell’esame di musicologia!
Ritorno sulle strade del centro quindi: itineranti da un bar all’altro a bere, ridere, rievocare momenti esilaranti. Sono anche riuscito a farla conoscere a Giacomo anche se, ma tanto lo sapevo, con le capacità di socializzare sue, non c’è stato proprio un gran dialogo. Ma vabè.

Un ritorno quindi alle vecchie, “sane” e vitali abitudini. Ma come tutto nella vita (o almeno nella mia), quando ottieni qualcosa di bello, ne perdi inevitabilmente un’altra. Da quando Lauretta è partita per l’erasmus in Grecia, non ho più visto e sentito i miei amici di casa. E quindi, neanche Silvia. Sparita nel nulla: neanche una chiamata, un sms, un messaggio su FaceBook. Un cazzo di niente! Niente da fare. La sua luce è stata eclissata da quella opaca e malata del suo “uomo”. Neanche io, per quanto tutti dicano il contrario, sarei mai arrivato a farmi annientare così profondamente da una relazione. Non so neanche dire se mi manchi… In un anno quasi, ci siam sentiti circa una ventina di volte. Forse ho avuto il tempo di farmene una ragione così riesco ora, che non c’è più, a non curarmi troppo della mancanza. Più che senso di nostalgia, è senso di tradimento e menefreghismo. Cioè, in tutto questo anno che lei sta con quel pezzente 40enne non ho mai demorso: son sempre stato io a farmi sentire (senza che la cosa mi pesasse), a dirgli che il weekend sarei tornato a casa e quindi di tenersi libera almeno un’ora, a chiederle come stava! Ora però basta. Un’amicizia non può essere unilaterale (o almeno, non in maniera definitiva).

{ frivolezze irritanti }

Mentre con LaTurca passeggiavo per il centro ho incrociato, con lo sguardo e per ben DUE volte, Andrea. Ma io dico: possibile che una delle rarissime volte che vado a fare una passeggiata in centro mi devo beccare lui!?!? L’irritazione sta nel fatto che non s’è neanche degnato di un saluto, di un cenno. Ok, neanch’io ho salutato…ma solo perchè l’incontro è stato talmente inaspettato che son rimasto pietrificato!! Forse avevo anche la bocca mezza aperta e sbilenca, non ricordo. Poi ho pensato: “Bho, magari non m’ha riconosciuto… guarda anche come cazzo son vestito”. Quel giorno su di me non c’era un colore che si intonasse con l’altro! Avevo una sciarpa e pure il berretto! Quindi ho detto vabè. Due giorni dopo però mi scrive per dirmi che si, mi aveva visto… ma era sovrappensiero e quindi non gli è venuto il gesto del saluto…………………………… ma pensa che son idiota? Comunque poi mi chiede come sto? come va? cosa fai? e l’accademia? bla bla… Ci scambiamo quei due, tre messaggi di circostanza e la cosa finisce li.
Tre giorni dopo mi riscrive:

“  ciau, com'è andato l'esame?
a parte questo mi servirebbe un piccolo favore, se puoi. ti ricordi XXX, quel tipo molto alto con cui uscivi tempo fa? ci stavamo sentendo ma mi si è rotto il cellulare e, cambiandolo, ho perso tutti i numeri che avevo registrato, tra cui il suo (nonché il tuo). se lo hai ancora potresti farmelo avere?   “
[ XXX = l’Ingegnere !!! ]

Cioè, non bastava la rabbia di vedere Andrea, no! Mi doveva far ricordare anche dell’esistenza dell’Ingegnere, che per mettermi l’anima in pace mi ero autoconvinto del fatto che fosse andato a vivere in culonia. Invece no, a quanto pare è ancora qua e sempre più desideroso di “carne fresca”…

Poco male, conoscendo entrambi… la cosa durerà all’incirca una settimana. Sono troppo squilibrati per stare assieme!

E, ora, l’unico ad avere un equilibrio, sono IO.

martedì 29 settembre 2009

Ristrutturazione

~
Spendo un attimo di tempo per avvisare che se nei prossimi giorni l'interfaccia del blog facesse più schifo del solito, vi causasse malessere visivo, attacchi di panico, conati improvvisi di vomito, voglia di mettere questo blog in lista nera.... è perchè, con grande fatica, sto cercando di crearmi un nuovo template personalizzato (per non usare i soliti "standard" che blogger offre)
[ Nonchè cambiare l'header di intestazione: ogni volta che lo guardo mi sembra sempre più inquietante e non adatto]
~

Grazie della comprensione.

domenica 30 agosto 2009

Vacanze pugliesi

Anche quest’anno le vacanze son passate. E ogni anno sempre più mi scivolano addosso leggere, senza lasciare alcun segno. Niente più serate sbronzereccie, niente più ricerca della serata cool, niente più nuove conoscenze. E va bene… c’è anche da dire che quest’anno sono andato al mare (cosa non da me!). Io sono decisamente fatto per stare in città! La spiaggia mi irrita: il sole, la sabbia, le grida, il caldo, il sudore, l’acqua, ecc…
Meta di questo 2009 è stato il Gargano. Bello per carità: paesaggi a me nuovi nuovi, il mare un po' più decente che a casa mia, paesini caratteristici con le loro tradizioni e usanze. Ma dopo circa due giorni mi ero già rotto il cazzo.
Ho bisogno di musica, musei, asfalto, edifici dall’architettura ricercata, negozi.
Io e Giacomo, con altri otto amici.

[ impressioni da sette giorni ]
Particolarmente sgradevole è stato l’incontro con una commessa di un microscopico alimentari, che appena varcata la soglia m’ha squadrato dall’alto al basso avendo deciso di odiarmi da quel momento. A gravare la situazione s’è aggiunta l’incomprensione tra “pane” e “panino” (insomma io chiedevo del pane a cui stavo in piedi davanti e lei mi diceva che non c’era… Ho solo capito poi che per loro il pane è una forma gigantesca e il panino è quello che io, da me, chiamo pane! ). Con odio estremo ho pagato. E con odio estremo lei m’ha porto il resto.
A parte sta qua mi son sembrati tutti gentili e disponibili. Non capivo una minchia quando qualcuno mi dava indicazioni in dialetto… quindi mi limitavo a fingere di aver capito e andavo dal prossimo sperando di aver più fortuna.
La spiaggia sassosa sempre sia lodata!! Quale grande prodigio della natura è questa!! Niente più sabbia che ti si appiccica ovunque, ti imbratta il telo o ti arriva in faccia quando qualche bimbo pezzente decide di sfrecciare ai trecento orari proprio di fianco a te!
Figume? …ben poco. E pensare che Anna, scesa vicino alla mia stessa zona qualche settimana prima col suo boy, me ne aveva parlato bene: “Oh Luca, è pieno di fighi!”. Io non ne ho visti (ma forse ho solo girato io i posti sbagliati…)

~

Già si son messi a parlare delle vacanze di Natale… Praga, Parigi, Amsterdam, Berlino. Tutte mete possibili. Io come al solito resto sul vago. Ok, mi piace avere una vita perfettamente organizzata nella sua quotidianità, ma non riesco proprio ad entrare nell’ottica del programmare una vacanza con circa 4 mesi d’anticipo! E poi, quest’anno mi andrà economicamente più magra del solito: mia madre m’ha messo alle strette e ho paura che se mi metto a lavoricchiare part-time, nego anche quella poca voglia che m’è rimasta nel dedicarmi allo studio. Quest’anno ho fatto proprio cagare, devo recuperare uno sbrozzo di esami!!
A cominciare da domani, anche se ora come ora son mezzo malato con un raffreddore da paura, dovrò convincermi ad aprire quel cazzo di libro di antropologia (materia della quale ho frequentato una sola lezione senza capire una cippa di quello che il vecchiaccio diceva…).

Potere della mente, vieni a me.

mercoledì 5 agosto 2009

La disdetta

Dopo interminabili discorsi e suppliche, ero finalmente riuscito a far capire a quel bonazzo di Christian Bale che IO e solo IO sarei stato il ragazzo giusto per lui. Mi son servite le tattiche oratorie più segrete, le espressioni facciali da assalto, nonché i movimenti di lingua più faticosi per mettergli in testa questa purtroppo impossibile realtà. Ma c’ero riuscito! Mi stava abbracciando commosso, in lacrime; come se avesse avuto prova divina della veridicità delle mie parole. Io crogiolavo nelle sue braccia con un sorriso maligno alla Mr.Burns e il suo Eccellente…, quando Giacomo mi sveglia dandomi una gomitata nella schiena. Avevo pianificato tutto il resto cazzo! Avremmo fatto dello stupendo sesso ovunque e poi lo avrei vincolato in eterno a me con qualche trucco. Ho cercato di riaddormentarmi subito pensando: “Dai torna! Cazzo Christian torna!”, ma niente.


~ pazienza ~

Sollievo. Un po' di sollievo finalmente. Da questo caldo insopportabile. Questa città non ha mezze stagioni! Mai! Ma è la mia e continua sempre a piacermi. A volte quasi mi vergogno di quanto poco mi manchi o rimpianga lo stare nella casa dei miei: a due passi dal mare, tranquilla, pulita; la gente ti saluta con un sorriso (non come qua dove ti sputano a 10 cm dal piede quando passi…).
Mi turba come il tornare ogni due weekend a casa, mi dia noia e rottura. Si ecco, per me è una rottura ormai. Dopo un ora che poggio la valigia in stanza, già son dietro ad urlare con mia mamma per qualsiasi cazzata. Poi gli amici, beh…. ormai. Silvia è strapersa per il suo amato e oppressivo quarantenne, che da quasi un anno la tiene al guinzaglio (che lei acconsente a stringere sempre di più). Ci sentiamo molto poco ora, e vedersi ancor meno. Odio questa cosa. Mi manca tanto. Si, ci sono anche gli altri ma; ormai chi li sente più. La mia vita è già da un bel pezzo qua.

E ora…

E’ ora! In realtà lo doveva essere da un bel pezzo. Ma, mettici la paura e… basta! Si L., mettici solo quella. Perché lei sola basta e avanza per avermi fatto rimandare questa maledetta raccomandata per più di un mese quasi. Un preavviso di sei mesi, come da contratto, per disdire e abbandonare questa casa. Per abbandonare quel briciolo quasi ormai trascurabile di indipendenza che ho rimasto. Per allontanarmi anche dall’ultima amica che ho, Anna. Per smettere di attaccare le foto di Helmut Newton e LaChapelle alle pareti rovinando l’intonaco.
Da gennaio la mia nuova casa sarà quella di Giacomo. Stesso letto, stessi spazi e stessi diritti. Senza nessun altro. Dovrò convivere con il suo discutibile gusto d’arredamento (che ultimamente mi sta mandando sempre più fuori di testa facendomi dire si,si! quando vorrei dire ma stai scherzando? ), con la sua eterna pigrizia che lo incolla al divano rendendomi suo complice pantofolaio (mi sto invecchiando con vent’anni d’anticipo…).

Sono sbalordito L. Perché non capita mai! Mai mai mai!

{ un sentore positivo }

Lo sento. Sento che con lui starò bene, che pian piano le cose che mi disturbano in lui cambieranno. Che si creerà un equilibrio perfetto. Non che ora stia male, ma ho l’innata virtù di amplificare i sentimenti negativi fino a farli diventare l’assoluto totale…

Senza rifletterci non mi accorgo mai infatti di quante cose stupende sta facendo per me, di quanto mi sta dando senza chiedere poi tanto in cambio.

{ e il sentore negativo }

Ho paura di perdere Anna. Anzi, ho paura di averla già persa: l’angoscia di ciò mi fa analizzare ogni sua frase, ogni suo gesto e comportamento con estrema attenzione, per cercare di scorgere un’anomalia rispetto a quello cui son sempre stato abituato. A volte quando parlo della casa di Giacomo uso il plurale dicendo casa mia o nostra; ma subito mi correggo con casa di Giacomo, pensando che lei si offenda nel vedere che io con tutto me stesso son già proiettato da un’altra parte senza di lei. A volte penso a come sarebbero andate le cose se non mi fossi fidanzato un anno fa, vivendo realmente e completamente con lei… Di certo so che avrei il fegato distrutto… ma sarei comunque felice.

Son convinto che prima o poi nella vita una svolta arrivi. Quel bivio in cui scegliere la strada da seguire per, forse, il resto della vita (o buona parte).
Sono anche convinto però che le strade degli altri, seppur separate e diverse dalle mie, possano scorrere parallele, senza allontanarsi troppo… in modo da poter sempre scorgere la loro corsia e magari farvi un salto quando lo si vuole.

Anna non so
se tu vuoi sentirmi
ma non ti lascerò

Anna io non so se vuoi che sia così
ma non mi arrenderò
per questo dimmi sì

mercoledì 29 luglio 2009

Un anno

Si L. … Forse è proprio qui che dovrei stare ora. Alle 8:30 del mattino davanti al pc, dopo essere praticamente SCAPPATO da casa di Giacomo! Finchè il ricordo è ancora vivido e vagamente concreto si; è meglio essere qui. Entrato in casa 10 minuti fa. Giusto il tempo di farsi un mega-caffè-corretto-baylies, riordinare un attimo le idee, e fissarle indelebili qui per poi rifletterci e interpretarle..

(che poi…da interpretare c’è ben poco credo)

~
Ero con Giacomo e Anna, in un luogo che ora non ricordo bene, ma era all’incirca un parco pubblico o giù di li. Cazzeggiavamo allegramente quando Giacomo, senza motivi che io ora ricordi prende e và a farsi un giro; offeso per chissà quale mia mancanza o altro. Poco male…me ne sbatto facilmente. Tutto pimpante, e comunque sereno anche dopo l’accaduto, alzo la testa oltre la gente, giusto per dare un’occhiata: quasi come me lo sentissi che dovevo farlo (..come quel giorno al Pride…).
Era li! Vestito in maniera strana quasi da sembrare Milord di Sailor Moon, accompagnato da due sue amiche a me ignote. Senza accorgersi della mia presenza passò davanti a me. Io ero solo, Anna era sparita; e cercai di non farmi vedere. Ma una delle sue due amiche, in evidente ricerca di aiuto per trasportare delle bottiglie di alcool (?), posa gli occhi su di me. Ed io penso:” Merda! E ora che cazzo faccio?!”. Ormai non c’è scampo. Lei mi chiede:” Aiuteresti il mio amico a sollevare queste bottiglie che sono molto pesanti?”. Io volgo lo sguardo a lui, sapendo già che la sua espressione sarebbe stata quella che vidi: imbarazzo. Come fu la mia del resto. Mi avvicinai a lui per aiutarlo, un pò titubante e con gli occhi fissi ad intermittenza fra i suoi, ed il pavimento. Poi ad un tratto, capisco che non ne possiamo fare a meno: allora ci fermiamo entrambi dal nostro cercar di sollevare questa inspiegambilmente insollevabile sporta di bottiglie. Ci guardiamo dritti negli occhi a 20 cm di distanza. E ci abbracciamo! Un abbraccio quasi di convenevolenza per non far pensare male le sue due amiche. Ma sottovoce, piano piano, gli sussurro all’orecchio:” Mi sei mancato, Andrea…”. E lui allo stesso modo risponde:” Anche tu Luca. ”. Ricordo che in quel momento sentii bisogno di piangere dalla gioia.
Nel frattempo Giacomo, ha trovato una sua vecchia amica in questo parco, e si è unito a lei allontanandosi volutamente da me. Ed io geloso di ciò e scocciato dal suo comportamento, ricordo che ero molto felice nel fargli notare che stavo entrando con Andrea (e le sue marginali due amiche) a casa sua. Furono sempre ste due sconosciute a chiedermi di seguirli per aiutarli. [che siano maledette!!]
Entrati siamo in un edificio assurdo. Sembra il giardino interno di un condominio altissimo chiuso a sè stesso: in cui tutte le finestre di un lato di esso, si affacciano sullo stesso, piccolo giardinetto. Ma vi era un tetto sopra la nostra testa. Così la stanza di Andrea, era questo grandissimo esagono dalle pareti altissime, cosparso di finestre dai curati davanzali con fiori annessi. Una luce bluastra a pallida illuminava il tutto. Cominciammo a rivolgerci la parola, cosa che finora non avevamo praticamente fatto. Frasi e parole di circostanza le nostre: come va?, gli studi tutto bene?, ma quel tipo la poi che fine ha fatto?, ecc…
Ad un tratto mi trovo a dargli le spalle mentre parlavamo. Lui in un punto indefinito della stanza; ed io di fronte ad un tavolo a sbrigare faccende casalinghe che nessuno mi aveva assegnato.
Inaspettatamente delle braccia mi cingono la vita, spingendo la mia schiena verso un corpo nudo e caldo. Sentii il suo pacco spingermi contro. In quel momento provai una confusione terribile, quasi un mancamento. Un senso di leggerezza e abbandono come se stessi assumendo la più estasiante droga che ci sia. “Perchè Andrea? Perchè mi hai lasciato così? “, gli chiesi. “ Sono stato uno stupido Luca, mi dispiace tantissimo. In tutto questo tempo non ho fatto altro che pensarti “. Io cominciai a piangere. E lui volle fare l’amore con me. Stupendo; ricordo che è stato bellissimo. Poi qui il sogno si spezza per un attimo. Io mi affaccio alla porta di questo edificio e in lontanza, nel parco, vedo Giacomo che sta giocando a carte con degli amici. In questo lasso di tempo che sono stato con Andrea, lui si è fatto biondo e aveva, mi pare, dei nuovi piercing all’orecchio. Ero certo che in qualche modo avesse capito cosa era successo ed era incazzato nero. A mia volta e in silenzio, non accettai questa sua incazzatura, e mi arrabbiai.
Giro la testa, volgendola verso l’interno dell’edificio e vedo Andrea con le sue amiche che mi osservano. Dico che devo andare. E Andrea, con espressione sconsolata, fa cenno di si. Esco e mi avvio verso la probabile uscita d’emergenza da questo sogno. Nel mio cammino i miei occhi si incrociano con quelli di Giacomo, in un reciproco scambio di odio e disprezzo.

Apro gli occhi e dopo cinque secondi, suona la sveglia.

Giacomo si alza e va in sala. Io dopo due minuti sono li. Nel giro di poco me ne son andato, palesemente irritato da qualcosa. Ho semplicemente detto di aver dormito male.

~

E’ passato un anno e mezzo cazzo! Un anno e mezzo da quando è finita con Andrea! E io vado a fare ancora sti sogni merdosi!!?!? Raramente mi capita di pensare a lui; per questo proprio non capisco da dove mi vengano questi, che mi fanno poi risvegliare con un senso di malinconia e rabbia ingestibili. Rabbia contro la mia testa che ha risvegliato ricordi che non volevo più rivivere. Emozioni che non volevo più provare. Gesti e situazioni che con fatica avevo seppellito.

Il tempo è trascorso velocemente per me. Ho festeggiato il primo anniversario con Giacomo una settimana fa, andando a Venezia. Lui ora vive solo, ha cambiato casa. E fra qualche mese andrò a stare da lui. Quindi la convivenza è certa. Un passo affrettato L. ? Non lo so. Io sento di stare bene con lui. Come compagno ha pochi difetti per fortuna (e quelli che ha sono trascurabili in un modo o nell’altro). Dopo un anno di assoluta fedeltà a lui, continuo a non sentire il bisogno di andare con altra gente. Ovviamente se vedo un figo per strada penso a quanto vorrei scopare con lui, ma questo chi non lo fa? Ma è solo una voglia istintiva, di riflesso.

Anna, che si è appena svegliata e sta leggendo, dice che Andrea non centra niente. E’ solo la trasposizione della mia inconscia voglia di evadere dalla monotonia di coppia: il bisogno di provare emozioni forti che logicamente dopo un anno sempre assieme, sono svanite o affievolite.
Che abbia ragione? Non lo so… Certo i brividi che provavo all’inizio, quando ci stavam conoscendo, come il confidarsi, fare l’amore per le prime volte, scambiarsi parole d’affetto, ora hanno un peso del tutto diverso. Può anche darsi che io sia entrato senza accorgermene nella routine della coppia. Ma va anche bene! Però….

perchè Andrea!?!

domenica 19 luglio 2009

{EStrattoVagante - ?/?/09 tarda notte }

[ Quand'è che si accorge della reale differenza, fra la paura di perdere il proprio ragazzo, e la paura di perdere "UN" ragazzo?
La linea che separa i due è a volte sottile, ma di sostanziale importanza  ]

~  i Pro  -  i Contro  ~

No e no! Non lo capisco e non lo capirò mai! Non capirò mai il perchè del mio disgusto per le telefonate. Giacomo sembra un'altra persona, fredda e distante; quasi uno sconosciuto!
Poco prima mi dedica uno dei messaggi per sms più dolci che si possa immaginare, poi quando lo chiamo per ringraziarlo...PAM! (e non il supermercato Pam...). All'altro capo del telefono vi è un'altra persona che non è Giacomo: una persona triste, dal mono-tono e che sembra neanche capire di cosa io lo stia ringraziando!! A volte sembra un operatore Vodafone...
La domanda quindi è: Ma quando mi dedica le sue più dolci parole, lo fa perchè le sente e le prova, o è solo una sorta di "esercizio di stile"?
Io medito sempre molto quando voglio scrivergli qualcosa di sincero, sentito e che faccia anche effetto. E quando rimugino per trovare le parole, i paragoni e le metafore migliori, sorrido! Sono sincero e felice. E se lui mi chiamasse dopo, io risponderei con la mia vocina più immatura, infantile e coccolosa del mondo.

( Io si, lui no <--> Lui si, io no )

{EStrattoVagante - 31/5/09 2:15}


Oggi, dopo mesi, mi son sentito ancora entusiasta, felice e complice della mia relazione e del mio ragazzo. Non ricordo più da quanto non succedesse. Forse da tre mesi buoni.
Mesi in cui molte cose dentro di me, sono andate scemando sempre di più. Oggi è bastato che lui mi prendesse a sè sul divano, sbaciucchiandomi, stringendomi e facendo il cretino. Neanche pensandoci riuscirei a dire quand'è stata l'ultima volta che ha fatto una cosa così. Non ricordo...

Penso di non essere il solo a star perdendo entusiasmo.
ENTUSIASMO: questa è la parola appropriata. Ricordo che fino a qualche mese fa, ero esaltato di stare con lui. Ora no. Colpa mia, o sua? Forse di entrambi. I suoi motivi potrebbero essere il lavoro e vari pensieri, o forse un semplice e naturale decorso dell'amore verso l'assopimento... fino a sparire. Fino a diventare "noia". Per me invece, ha di certo il suo peso lo stress da accademia, ma sopratutto l'ansia e il disagio che provo nei confronti della nostra relazione.
Come al solito si è formata una catena. E non sono mai stato bravo a spezzare gli anelli di questi ciclici avvenimenti collegati l'uno all'altro.

Il tempo sarà, penso, l'unica soluzione giusta e sicura.

[Che sia stato tutto fallimentare e preannunciato sin dall'inizio?]

Non lo so...forse ci siamo entrambi lasciati convincere di essere fatti per stare assieme. Sento di amarlo; ne sono sicuro! Del resto, la mia paura di stargli lontano è costante. Io continuo comuqnue a sentirlo distante e, anche se lui dice che non è vero e mi sbaglio, noto la quasi scomparsa di certi gesti e atteggiamenti suoi nei miei confronti.

[paranoie...paranoie!!... paranoie?]

Ma perchè non lo capisce che a me basterebbe poco per tornare allegro e impegnarmi con voglia a stare assieme!?

{EStrattoVagante - maggio} Questione di sguardi

Caro L.,

dopo dieci lunghi mesi, in cui i ricordi sono tutti un pò sfocati e non chiari, sono di nuovo qui, con Giacomo. Quello che fra qualche mese ci aspetterà è, penso, l'inizio di una vita da adulti: il tutto basato su una reale convivenza 24/24h. E così, quel passo che a gennaio sembrava essere così distante e poco probabile, sta per diventare realtà.

venerdì 2 gennaio 2009

La Famiglia

  1. insieme di persone unite da un rapporto di parentela o affinità
  2. insieme di persone legate da un generico vincolo comune, anche ideale

C'è la mia famiglia: due genitori e sorella.

C'è stato un tempo in cui avevo una famiglia: io, Anna e Silvia, lo eravamo. Le sentivo fondamentali per la mia sopravvivenza. Le giornate passate assieme rendevano ogni luogo la mia seconda casa. Assieme sotto un immaginario tetto protettivo. Al caldo, seppur in giro per le strade a dicembre.

C'è stato un tempo in cui avrei voluto avere una famiglia: l'ingenuità adolescente mi faceva sognare di vivere un giorno con l'Ex, in una nostra casa, con la nostra vita(assieme), i nostri momenti da fotografare e ricordare. E tutto il resto che se ne stava fuori, non avrebbe mai potuto toccarci.

~

Oggi ho 23 anni e senza alcun dubbio sono più maturo. Ho avuto tempo per stabilire nella mia testa le idee, le dinamiche e i pensieri, su quasi tutto. E una famiglia non era assolutamente fra le mie aspettative. Forse ciò è legato al fatto che in questi ultimi anni ho creduto nell'amore sempre meno. E ancor meno credevo di poter incontrare qualcuno che mi facesse credere che certe cose, oggi, sono ancora possibili.
Ho sempre mantenuto statiche le mie linee di pensiero:

- Non credo nel matrimonio con sicuro divorzio al 90%

- Non credo nell'importanza dell'avere figli

- Non credo al reclamato diritto delle adozioni per genitori dello stesso sesso

- Non credo che nella vita sia necessario avere un sogno

- Non credo nell'amore eterno

Ho sempre ritenuto Carlo Verdone un attore odioso e antipatico. Ma quando ha deciso di dare ad un suo film il titolo "L'amore è eterno finchè dura", nessuna frase in rima, proverbio o aforisma che sia, mi è sembrato più vero di questa affermazione. Il susseguirsi di persone deludenti non poteva comportare altro che questa mia convinzione:

{ diffida dall'Amore. Poichè essa è solo una parola dall'enorme peso, che servirà a convincerti di qualcosa che in realtà è solo un ideale irrealizzabile }

Il vivere sotto lo stesso tetto non può portare altro che guai. Una coppia prima o poi, scoppia.

~ ~ ~ > Eppure...

Eppure io sono qui. Mi chiamo sempre Luca. Sono sempre lo stesso stangone magro degli ultimi anni! Ma allora? Che cazzo è cambiato!?
Perchè improvvisamente ho un'irrefrenabile voglia di passare la mia intera vita con Giacomo? Vivere ogni istante con lui a fianco.. Vivere sotto lo stesso tetto, con le nostre gioie e i nostri problemi. Uscire con i nostri amici comuni... passare le vacanze assieme... affrontare i problemi della quotidianità. Poter cucinare per lui e farlo felice in ogni modo che potrò.

[ sposarmi!? ]

Il nostro amore sarà eterno o no? Non lo so. Mi limito a non pormi la domanda e spero solo di poter star bene con lui per tanto tempo. Lui è convinto che non ci lasceremo mai...
Non lo so.. mi sembra un'affermazione così estemporanea che anche dovendoci riflettere non troverei una risposta. In ogni caso, non ha senso porsi certe domande. Su alcuni desideri, è necessario riporvi solo la Speranza e nient'altro. A volte basta solo quella e senza neanche accorgertene, vivi nella certezza che quel desiderio si stia gia realizzando(giorno dopo giorno).

Certo la paura non manca. Gia so gli ipotetici discorsi e problemi che ci troveremo a dover affrontare. E son proprio quelli che mi fan temere di poter iniziare una vera vita di coppia convivente, nel peggiore dei modi.

Ultimamente la mia vita è un continuo stupirsi di me stesso.
Quando quella stella sarà del tutto caduta dal cielo, allora io avrò una famiglia.