mercoledì 5 agosto 2009

La disdetta

Dopo interminabili discorsi e suppliche, ero finalmente riuscito a far capire a quel bonazzo di Christian Bale che IO e solo IO sarei stato il ragazzo giusto per lui. Mi son servite le tattiche oratorie più segrete, le espressioni facciali da assalto, nonché i movimenti di lingua più faticosi per mettergli in testa questa purtroppo impossibile realtà. Ma c’ero riuscito! Mi stava abbracciando commosso, in lacrime; come se avesse avuto prova divina della veridicità delle mie parole. Io crogiolavo nelle sue braccia con un sorriso maligno alla Mr.Burns e il suo Eccellente…, quando Giacomo mi sveglia dandomi una gomitata nella schiena. Avevo pianificato tutto il resto cazzo! Avremmo fatto dello stupendo sesso ovunque e poi lo avrei vincolato in eterno a me con qualche trucco. Ho cercato di riaddormentarmi subito pensando: “Dai torna! Cazzo Christian torna!”, ma niente.


~ pazienza ~

Sollievo. Un po' di sollievo finalmente. Da questo caldo insopportabile. Questa città non ha mezze stagioni! Mai! Ma è la mia e continua sempre a piacermi. A volte quasi mi vergogno di quanto poco mi manchi o rimpianga lo stare nella casa dei miei: a due passi dal mare, tranquilla, pulita; la gente ti saluta con un sorriso (non come qua dove ti sputano a 10 cm dal piede quando passi…).
Mi turba come il tornare ogni due weekend a casa, mi dia noia e rottura. Si ecco, per me è una rottura ormai. Dopo un ora che poggio la valigia in stanza, già son dietro ad urlare con mia mamma per qualsiasi cazzata. Poi gli amici, beh…. ormai. Silvia è strapersa per il suo amato e oppressivo quarantenne, che da quasi un anno la tiene al guinzaglio (che lei acconsente a stringere sempre di più). Ci sentiamo molto poco ora, e vedersi ancor meno. Odio questa cosa. Mi manca tanto. Si, ci sono anche gli altri ma; ormai chi li sente più. La mia vita è già da un bel pezzo qua.

E ora…

E’ ora! In realtà lo doveva essere da un bel pezzo. Ma, mettici la paura e… basta! Si L., mettici solo quella. Perché lei sola basta e avanza per avermi fatto rimandare questa maledetta raccomandata per più di un mese quasi. Un preavviso di sei mesi, come da contratto, per disdire e abbandonare questa casa. Per abbandonare quel briciolo quasi ormai trascurabile di indipendenza che ho rimasto. Per allontanarmi anche dall’ultima amica che ho, Anna. Per smettere di attaccare le foto di Helmut Newton e LaChapelle alle pareti rovinando l’intonaco.
Da gennaio la mia nuova casa sarà quella di Giacomo. Stesso letto, stessi spazi e stessi diritti. Senza nessun altro. Dovrò convivere con il suo discutibile gusto d’arredamento (che ultimamente mi sta mandando sempre più fuori di testa facendomi dire si,si! quando vorrei dire ma stai scherzando? ), con la sua eterna pigrizia che lo incolla al divano rendendomi suo complice pantofolaio (mi sto invecchiando con vent’anni d’anticipo…).

Sono sbalordito L. Perché non capita mai! Mai mai mai!

{ un sentore positivo }

Lo sento. Sento che con lui starò bene, che pian piano le cose che mi disturbano in lui cambieranno. Che si creerà un equilibrio perfetto. Non che ora stia male, ma ho l’innata virtù di amplificare i sentimenti negativi fino a farli diventare l’assoluto totale…

Senza rifletterci non mi accorgo mai infatti di quante cose stupende sta facendo per me, di quanto mi sta dando senza chiedere poi tanto in cambio.

{ e il sentore negativo }

Ho paura di perdere Anna. Anzi, ho paura di averla già persa: l’angoscia di ciò mi fa analizzare ogni sua frase, ogni suo gesto e comportamento con estrema attenzione, per cercare di scorgere un’anomalia rispetto a quello cui son sempre stato abituato. A volte quando parlo della casa di Giacomo uso il plurale dicendo casa mia o nostra; ma subito mi correggo con casa di Giacomo, pensando che lei si offenda nel vedere che io con tutto me stesso son già proiettato da un’altra parte senza di lei. A volte penso a come sarebbero andate le cose se non mi fossi fidanzato un anno fa, vivendo realmente e completamente con lei… Di certo so che avrei il fegato distrutto… ma sarei comunque felice.

Son convinto che prima o poi nella vita una svolta arrivi. Quel bivio in cui scegliere la strada da seguire per, forse, il resto della vita (o buona parte).
Sono anche convinto però che le strade degli altri, seppur separate e diverse dalle mie, possano scorrere parallele, senza allontanarsi troppo… in modo da poter sempre scorgere la loro corsia e magari farvi un salto quando lo si vuole.

Anna non so
se tu vuoi sentirmi
ma non ti lascerò

Anna io non so se vuoi che sia così
ma non mi arrenderò
per questo dimmi sì

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