domenica 22 novembre 2009

24+N1H1=giorno da dimenticare

Anche se ieri stranamente ero in vena di scrivere, ho preferito evitare per la paura di incappare in rivelazioni mentali deprimenti, scaturite dall’atto stesso del riflettere e pensare.
Fortunatamente Fastweb è benevola con me e Giacomo, regalandoci sempre più spesso periodi di visione gratuita di Sky e Mediaset Premium (quindi serieTV americane idiotissime a non finire, le solite puntate dei Simpson e film su film) che hanno riempito questi ultimi tre giorni di intensa tristezza. Ebbene si, soffocante tristezza.

Giovedì mattina mi alzo di buon umore, come ultimamente accade
spesso… inspiegabilmente.
Lavata di faccia, pillolina miracolosa, colazione con controllo mail e news (mi piace questo rito abitudinale che sto adottando). Poi caffè ma, da un pò, senza sigaretta annessa. Si, sto cercando di fumare di meno (non dico “smettere” perchè sarebbe non credibile il solo pensiero…). Lavaggio della dentatura, cremina per il viso e out. Scendo le scale e poi sotto la pensilina dell’autobus ad aspettare data la pioggia. Odio prendere l’autobus: intanto perchè non ho intenzione di pagare il biglietto per fare 2Km di strada, poi sembra di stare in un vagone di deportazione con tutta quella gente stipata in piedi che si spinge l’un con l’altra. Per non parlare poi degli stranieri porca troia! Premetto L., sai bene che non sono assolutamente razzista e non ho mai condannato le usanze culturali dei non italiani. Ma se in un luogo già scomodo e per me causa di insofferenza come l’autobus, stranieri si mettono a dialogare ad un livello sonoro oltre il limite della sopportazione, io strippo e pur di bagnarmi, scendo anche ad una fermata prima della mia! Odio la gente che parla urlando! Nella mia testa però vi era una distrazione: una serie di pensieri felici che mi estraniavano dalla massa urlante di passeggeri. Sabato sarebbe stato il mio compleanno!! E quest’anno ho preso positivamente il fatto di “invecchiare” senza darci troppo peso. Quindi mentre riepilogavo le persone che sarebbero prima venute a cena e poi mi avrebbero seguito alla serata trash in discoteca, pensavo a cosa poter cucinare per poter accontentare tutti (vegetariani e non). Poi domenica sarei andato con Anna ad una mega serata bolgiosissima. Insomma ero eccitatissimo per questo mio weekend.
Scendo dall’autobus e arrivo in accademia. ZAC! Una minchia di fitta mi stringe la testa. Mi fermo un attimo per riprendermi e, senza darci troppo peso, entro a lezione.
Anche se ci avessi dato peso non sarebbe servito a niente comunque. Infatti a metà pomeriggio ero agonizzante steso sul tavolo con un gran mal di testa e sensazione certa di febbre altissima.

Epilogo
Giovedì sera, con 39,5°C di febbre ho cominciato ad impazzire e
e piangere senza sosta davanti a Giacomo. Il pianto mi ha portato
al non riuscir a respirare, che mi ha portato ad un attacco di panico.
Così il tutto mi ha portato a farmi portare all’ospedale da Giacomo…

Il mio compleanno è andato. C’è chi cerca di consolarmi dicendo che è periodo di influenza ma a me, poco frega.
Sarò un bambino immaturo di 24 anni ma, gran parte del mio soffocante pianto di quella sera, era dovuto alla consapevolezza che non avrei festeggiato un emerito cazzo.
E forse per la prima volta in vita mia, ci tenevo davvero a festeggiare una tappa in più nel mio percorso. Soprattutto perchè sarei riuscito a stare in compagnia di tutte le persone a cui più tengo.

[ Silvia non mi ha fatto nessun augurio, è finita ]

[ P.S: L., è un post privo di pensieri
scritto dalla rabbia di chi
passa i suoi giorni di passaggio
seduto su un divano
pensando a coloro che vivono il loro tempo

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